Perché la probabilità di una nuova crisi finanziaria è bassa
La News Si fa un gran parlare dall’inizio della crisi della questione del “deleveraging”, ovvero il processo di rientro del debito, accumulato sotto la spinta della speculazione finanziaria negli anni precedenti. Viene in particolare additato da più parti come il motivo delle performance economiche deludenti in giro per il mondo. Ma com’è realmente la situazione su questo fronte? Una risposta arriva dagli analisti di J.P. Morgan AM nell’ultimo Weekly Brief (focus settimanale appartenente al programma Market Insight di JPMAM). Per esempio gli esperti sottolineano che mentre le famiglie americane hanno ridotto significativamente l’onere del debito, una nuova analisi di McKinsey & Co, mostra che globalmente, il debito è aumentato di 57 mila miliardi di dollari dal 2009. E non finisce qua. Infatti viene anche segnalato che una quota significativa dell’aumento si è registrato in economie che erano già fortemente indebitate. Di che numeri stiamo parlando? Rispetto al PIL, il debito globale è cresciuto al 286%, dal 270% del 2007. Sebbene ciò sia un motivo di preoccupazione, la crescente e migliore regolamentazione dei mercati finanziari, suggerisce che la probabilità di una nuova crisi finanziaria nei prossimi anni sia bassa. Tuttavia, gli sforzi di ridurre gli squilibri finanziari sono ancora chiaramente nella lista delle cose da fare da parte dei leader politici.